Nel mercato agroalimentare odierno la difficoltà nel certificare l’origine e la qualità di un prodotto agricolo è un problema del consumatore tanto quanto delle aziende agricole e della GDO, che grava sul business e sull’autenticità dei prodotti agricoli del coltivatore. Un aiuto arriva dalla tecnologia Blockchain nella tracciatura dei prodotti Biologici, la stessa utilizzata dalle monete virtuali.
La blockchain, in italiano “catena di blocchi”, può essere semplificata come un processo in cui un insieme di soggetti condivide risorse informatiche (memoria, CPU, banda) per rendere disponibile alla comunità di utenti un database virtuale generalmente di tipo pubblico (ma ne esistono anche esempi di implementazioni private) ed in cui ogni partecipante ha una copia dei dati. L’utilizzo di un protocollo di aggiornamento ritenuto sicuro dalla comunità degli utenti e di tecniche di validazione crittografiche genera la reciproca fiducia dei partecipanti nei dati conservati dalla blockchain, che la rende comparabile ai “registri” gestiti in maniera accentrata da autorità riconosciute e regolamentate (banche, assicurazioni ecc.).
“Il sistema blockchain si basa su un database distribuito che è insieme accessibile a tutti e immutabile. In pratica garantisce che le informazioni collegate a quell’alimento non abbiano subito modifiche e siano quindi sicure”, spiega Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio blockchain & distributed ledger del Politecnico di Milano. Applicata al settore alimentare questa tecnologia consente a ogni consumatore di controllare tutte le informazioni su quel prodotto prima di comprarlo, prendendo così decisioni più consapevoli sul cibo che sceglie di mettere nel proprio piatto.
Inquadrando il Qr Code stampato su un’etichetta possiamo conoscere tutta la vita del prodotto che stiamo per acquistare, risalendo l’intera filiera fino allo scaffale. L’ultimo gigante dell’industria a utilizzarlo è la catena di ipermercati e supermercati francese Carrefour che ha applicato questa tecnologia alla filiera di un tipo particolare di pollo (il pollo d’Alvernia). In pratica su ogni confezione di questo alimento ci sarà un QRCode che se inquadrato con lo smartphone, permetterà ai consumatori di sapere chi è l’allevatore, che alimentazione ha ricevuto l’animale o ancora quando e dove è stato abbattuto.
Secondo gli esperti, applicare la tecnologia Blockchain nella tracciatura dei prodotti Biologici può servire inoltre ad aumentare la sicurezza degli alimenti che portiamo in tavola. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità ogni anno sarebbero circa 420.000 le morti dovute al consumo di cibo contaminato. E non si tratta di un rischio a cui sono esposte solo le persone che vivono in aree del mondo in cui le condizioni igieniche sono carenti. La Blockchain nella tracciatura dei prodotti Biologici può rappresentare un mezzo per tutelare i prodotti Made in Italy venduti all’estero e, più in generale, per proteggere i consumatori contro i prodotti falsi”. Rientra in questo ambito, per esempio, la soluzione sviluppata da EY Italia che grazie a questa tecnologia consente di tracciare tutta la storia di una bottiglia di vino, dal campo all’imbottigliamento. L’Agenzia per la tutela della proprietà intellettuale (Euipo) ha calcolato che contraffazione e pirateria costano alle imprese europee circa 83 miliardi all’anno e comportano una perdita di quasi 800.000 posti di lavoro.
In Italia un esempio di Blockchain viene da AgriOpenData, sviluppato da EzLab. Il sistema integrato Blockchain di AgriOpenData è un’innovazione tecnologica in grado di garantire in totale trasparenza l’intera tranciabilità della filiera di produzione e della trasformazione dei prodotti agricoli in particolare BIO e DOCG, consentendo di certificarne la qualità, la provenienza e la filiera, assicurando la massima trasparenza a garanzia del consumatore finale e valorizzando il lavoro agroalimentare di qualità.
La tecnologia Blockchain nella tracciatura dei prodotti Biologici si basa, in pratica, un registro di salvataggio e trasferimento sicuro dei dati, privo di controllo centralizzato. Si tratta fondamentalmente di un database contenente un libro mastro di tutte le transazioni eseguite tra gli utenti dalla sua creazione. Il database è sicuro e distribuito: viene condiviso tra tutti gli utenti, senza intermediari, per cui ogni partecipante può verificare la validità della catena delle transazioni. Il tutto avviene attraverso un codice di sicurezza (consultabile tramite lettore QR Code) che registra e traccia passo per passo la storia di ogni prodotto agricolo (ortaggi, verdure, frutta, legumi, cereali e altro), dalla coltivazione del seme nei campi alla lavorazione nelle aziende agricole, fino allo stoccaggio del prodotto nei punti vendita, al fine di garantire al consumatore un prodotto certificato e di qualità.
Un altro esempio è rappresentato da “Wine Blockchain EY”, sempre in collaborazione con la startup EzLab, che costituisce il primo caso di prodotto offerto tramite un “KM-zero virtuale”, ovvero una relazione digitale tra produttore e consumatore finale che, attraverso un’etichetta intelligente posta sulla bottiglia di vino, permette di conoscere il produttore identificato tramite la firma digitale, l’intero processo di coltivazione, produzione e trasformazione del vino, massimizzando la fiducia tra produttore e consumatore finale. Il primo prodotto tracciato e certificato è stato il vino Falanghina prodotto dalla Cantina Volpone, “dalla vigna alla tavola”. Nel primo lotto di produzione, interamente tracciato in Blockchain, si è registrato un grande interesse da parte dei consumatori: le consultazioni dell’etichetta sono, infatti, la conferma che il rapporto di fiducia tra il consumatore ed il lavoro agricolo di alta qualità deve essere “coltivato”, protetto e garantito, anche dalla tecnologia.
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Fonti foto: http://fourdotzero.blogspot.it/2017/10/wine-blockchain-e-la-carta-didentita.html testi: https://it.wikipedia.org/wiki/Blockchain Condizioni d'uso: https://wikimediafoundation.org/wiki/Terms_of_Use/it testi: http://www.smartagrifood.it testi: http://www.repubblica.it/economia/diritti-e-consumi/diritti-consumatori/2018/04/08/news/dalla_finanza_al_food_la_blockchain_sta_aumentando_la_sicurezza_alimentare-193135516 Condizioni d'uso: riproduzione dei testi non superiore al 15% sul totale del contenuto testuale