il luppolo

Le proprietà curative del luppolo

Il luppolo è una pianta erbacea perenne, caducifoglia e latifoglia, con rizoma ramificato dal quale si estendono esili fusti rampicanti che possono raggiungere i 9–10 m di lunghezza, può vivere dai 10 ai 20 anni. Le foglie sono cuoriformi, picciolate, opposte, munite di 3-5 lobi seghettati. La parte superiore si presenta ruvida al tatto per la presenza di numerosi peli, la parte inferiore è invece resinosa. Ci sono attualmente 5 varietà tassonomiche riconosciute nel genere Humulus e sono:

  • lupulus – luppolo Europeo;
  • cordifolius – luppolo Giapponese;
  • lupuloides, neomexicanus,
  • pubescens – luppoli Nordamericani.

Il luppolo predilige ambienti freschi e terreni fertili e ben lavorati. Cresce spontaneamente sulle rive dei corsi d’acqua, lungo le siepi, ai margini dei boschi, dalla pianura fino ad un’altitudine di 1.200 metri se il clima non è troppo ventoso ed umido. La sua presenza in natura è molto comune nell’Italia settentrionale; il luppolo selvatico è peraltro presente in tutte le regioni, isole comprese, benché diventi progressivamente più raro verso sud. È coltivato a scopi commerciali in entrambi gli emisferi, indicativamente tra il 30° e il 52° di latitudine, ed essendo molto resistente ai climi freddi può resistere fino a −30 °C. Il luppolo viene usato soprattutto nel processo produttivo della birra,[4] le caratteristiche primarie sono:

  • Fornire, nella quasi totalità dei casi, una base amaricante a bilanciamento della dolcezza apportata dal materiale fermentiscibile (malto d’orzo, malto di frumento, etc).
  • Aumentare la stabilità microbiologica.
  • Concorrere nella stabilizzazione della schiuma.
  • Influenzare, a seconda degli stili in maniera minore o maggiore, il gusto e l’aroma.

Il luppolo in medicina

La parte attiva è costituita dai fiori femminili (coni) raccolti in settembre quando non sono ancora completamente maturi, oppure dalla polvere che si ottiene sbattendo e setacciando i coni, detta “luppolino”. Nella tradizione popolare il luppolo è noto come sedativo, lievemente ipnotico ed anafrodisiaco. Il contenuto di sostanze simili agli estrogeni, inoltre, pare essere responsabile dell’effetto ingrassante che la voce popolare attribuisce alla birra.

In fitoterapia di raccolgono le infiorescenze femminili raccolte in settembre. Il luppolino, presente nelle ghiandole del fiore femminile, contiene luppolina, acido luppolinico, lupulone (acido beta-lupolico), umulone, umulene, resina di luppolo, cariofillene (o umulene), sostanze estrogeniche, oli essenziali, inulina, sostanze tanniche, terpeni, tannini, sali minerali, ecc. Ha proprietà depressive del sistema nervoso, sedative, anafrodisiache (si preparano pillole contro le polluzioni notturne e contro la satiriasi), eupeptiche, amaro-stomachiche, diuretiche, toniche, antinfiammatorie, battericide, antibiotiche. Emollienti per uso esterno. Le infiorescenze si usano per preparare tisane sedative utili sia negli stati di angoscia sia nelle affezioni di origine nervosa dell’apparato digerente, nelle dispepsie e atonie gastriche, nell’eretismo sessuale, nell’ansia, nelle sindromi premestruali, montate lattee difficili, vampate di calore.

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Fonti
foto: Pixabay
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testi: http://www.areaparchi.it/pdf/quad9.pdf
testi: https://it.wikipedia.org/wiki/Humulus_lupulus
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Autore dell'articolo: bio-prodotti

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